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Storia

Don Bosco: “D’ora in avanti starò io qui alla custodia di questa casa”

Le mura della nostra scuola hanno ospitato per diversi anni don Bosco e i primi capitoli generali della congregazione…

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Cenni storici

L’edificio originario, ora Istituto Salesiano Valsalice (in piemontese Anstitù salesian Valsàles), venne costruito dai Fratelli delle Scuole Cristiane tra il 1857 ed il 1861 1857-61, in seguito all’acquisto di terreni e di due ville settecentesche appartenenti a famiglie nobili. Nel 1863 i Fratelli aprirono qui il Convitto di Val Salici, come villeggiatura del loro “collegio dei nobili”. La gestione passò in seguito prima ad una Società di Preti Torinesi, poi dal 1872 a don Bosco, per forte pressione dell’allora Arcivescovo Mons. Lorenzo Gastaldi. Infine nel 1879 fu acquistata da don Bosco, malgrado forti resistenze da parte di alcuni componenti il Capitolo Salesiano del tempo.

VEDI “Don Bosco a Valsalice” per un approfondimento storico

Lo stesso Santo vi aprì in quell’anno un museo di Storia Naturale, dopo aver acquistato dalla contessa Rita di Malliano, vedova del conte Alberto Bruno di Cussanio, la collezione zoologica del canonico Giovanni Battista Giordano di Rivalta Torinese. In seguito a nuove acquisizioni e alla spedizione in Sudamerica di don Antonio Tonelli (1909-1911), fu riallestito il museo naturalistico e allestito un museo etnografico.

Dicono le Memorie (XIII, 810): “La considerazione delle vocazioni ebbe gran peso per indurre don Bosco a tenere il Collegio di Valsalice, nonostante le difficoltà in contrario”, anche perché don Bosco “non impediva che chiedessero di venire iscritti alla Società giovani di famiglie non solo ricche ma anche nobili”. In altre parole, don Bosco voleva le sue opere per la gioventù povera, ma i Salesiani potevano essere di ogni ceto sociale. Così don Bosco nel 1887 la destinò a studentato filosofico per i suoi chierici col nome di “Seminario delle Missioni Estere”, dal quale ebbe origine la facoltà di filosofia della Pontificia università salesiana.

La struttura venne ingrandita con la sopraelevazione d’un terzo piano, con la costruzione della chiesa (1898-1901), del palazzo ovest (quella della portineria e degli uffici) nel 1930-31 e la sua sopraelevazione nel 1956. E ancora nel 1957: furono riallestiti i laboratori e, successivamente, per opera di don Giuseppe Brocardo il museo. Il nuovo allestimento fu inaugurato il 5 gennaio 1969 e dedicato al suo fondatore intitolandolo a “San Giovanni Bosco”.

Il Liceo Classico, “pareggiato” è sorto nel 1905 grazie all’opera intelligente ed ostinata di don Cerruti che seppe vincere faziose settarie ostilità. Negli anni 1952-57 ottennero il riconoscimento legale le classi del Liceo Scientifico che ebbero sede iniziale a S. Giovanni Evangelista e definitiva a Valsalice nel 1954.

Valsalice fu scuola di grande prestigio, creato da illustri docenti, molto considerati nel mondo della cultura e della scienza, personalità venerate nella storia della Congregazione, pensiamo per esempio a Don Tonelli, Don Sisto, Don Manione, Don Cojazzi, Don Amerio…

Vi insegnarono e vissero figure di spicco del panorama culturale torinese, tra cui Andrea Beltrami, Augusto Czartoryski, Vincenzo Cimatti, Paolo Barale, Enrico Pederzani, mentre tra gli studenti si possono annoverare personaggi noti quali Gesualdo Nosengo, Tarcisio Bertone, Giacomo Maffei, Renato Scalandri, Giancarlo Caselli, Guido Davico Bonino, Giorgio Tosatti, Rinaldo Bertolino, Giuseppe Riconda, Marco Travaglio, don Piero Ottaviano…

Da Valsalice sono passati alle aule universitarie svariate migliaia di allievi; molti di essi da posti eminenti della società testimoniano la bontà della scuola di Don Bosco.

Il numero 55 della rivista Il Salice, a mano degli allievi dell’Istituto, dedicato ai Cento anni del Liceo Salesiano Valsalice è una miniera di informazioni e di interessanti riflessioni sulla storia più recente della Casa di Valsalice.

Convegni di studio

1985: Convegno sul MANZONI nel 2° centenario della nascita

1986: L’UOMO FRA IL NULLA E L’ASSOLUTO proposte ed interrogativi sul NICHILISMO

1987: UOMINI E MACCHINE rapporti “uomo – tecnologia”

1988: RIVOLUZIONE FRANCESE …alle soglie del 2° centenario

1989: VERSO UNA NUOVA EUROPA un lungo cammino di speranze

1992: 500 ANNI DOPO: RILETTURA DI UNA SCOPERTA Cristoforo Colombo e le conseguenze dei grandi viaggi

1994: LA FAMIGLIA CHE SIAMO la sfida educativa dei nuovi modelli di famiglia

1994: L’UOMO E L’AMBIENTE i problemi ambientali oggi

1996: DISAGIO GIOVANILE: PREVENIRE O CONDANNARE? le malattie dei giovani d’oggi

2003: BELLA VISIONE – dialoghi sulla bellezza nell’arte cinematografica

2005: Dante e l’Europa

2007: Acquarisorsa Acquadiritto

2009: Caduta del Muro di Berlino – Liberi da Cosa? Liberi per cosa?

 

La Chiesa

Sorta per onorare Don Bosco nel decennale della morte, propagandata dalla Stampa Cattolica Mondiale. Dedicata a San Francesco di Sales, dottore della Chiesa, patrono dei giornalisti cattolici e dei salesiani. Costruita su disegno di Don Ernesto Vespignani con le offerte dei Cooperatori e delle nostre Ispettorie d’Europa e d’America. Dedicata al culto il 12 aprile 1901 dal Card. Agostino Richelmy.

La tomba di don Bosco

A Don Giulio Barberis che prendeva la direzione dell’Opera, Don Bosco disse: “Resterò io a custodire la casa”. Vi sarà sepolto pochi mesi dopo, nel febbraio del 1888 restando in mezzo ai suoi chierici fino al 9 giugno del 1929, quando con incomparabile trionfo fu portato “giù dai colli” nel santuario di Maria Ausiliatrice.

L’anno successivo anche i chierici lasciavano Valsalice per Foglizzo Canavese. Di Don Bosco rimase il cenotafio, rimase il ricordo delle grandi figure che di qui portarono nel mondo l’amore a Don Bosco e lo zelo missionario.

La tomba benedetta il 22 giugno 1889, è tutta dono di ammiratori e benefattori di Don Bosco: dal disegno dell’ing. Carlo Vigna, al materiale e manodopera della ditta Buzzetti, all’affresco della Pietà del Rollini, alle vetrate della ditta Barbetta di Torino, alle lastre di marmo per le 24 finestre offerte dalla ditta Repetto di Lavagna. Il busto sul portone d’ingresso della terrazza è offerto dalla famiglia Villata.